Sacco: «L'errore medico non va confuso con la malasanità»

TERAMO – «L’errore medico, non è sintomo di malasanità, a meno che non ci sia negligenza». A prendere posizione sull’argomento è il consigliere provinciale dell’Idv, Mauro Sacco, che in qualità di medico chiede alla Regione e al Parlamento di regolamentare la responsabilità professionale del personale medico, «pena l’ingovernabilità del sistema sanitario». L’occasione è offerta dal ricorso, riportato sulla stampa, di una donna teramana operata all’anca nei confronti della quale il Tribunale di Teramo, ha disposto un risarcimento di 160 mila euro a causa di un nervo sciaico lesionato dall’ortopedico. «L’errore professionale – spiega Sacco – fa parte dell’arte medica. Negli ultimi due anni le cause sono aumentate a dismisura, ma i due terzi dei medici coinvolti sono stati assolti a fine processo. Ma il problema vero è che a fronte dell’aumento esponenziale dei contenziosi, e in assenza di una normativa, il medico non si sente più libero nelle scelte diagnostiche e terapeutiche, ricorrendo alla cosiddetta ‘medicia difensiva’. Questo aggrava i costi di numerosi accertamenti inutili, se non dannosi per il paziente che rischia di sviluppare tumori radioindotti». Non tutti sanno, secondo Sacco, che una Tac del torace corrisponde, per radiazioni somministrate, a circa 400 radiografie del torace; una tomografia computerizzata all’addome equivale invece a circa 500 radiografie al torace. Esami diagnostici estremamente dannosi per la salute e che andrebbero evitati, secondo il consigliere dell’Idv, che sollecita nuove norme sulla responsabilità medica che prediligano la mediazione rispetto al ricorso immediato alle vie processuali. Per Sacco va istituito il regime di obbligatorietà dell’assicurazione per le strutture ospedaliere e per i medici del territorio, «dando in questo modo soddisfazione ai cittadini danneggiati accelerando il risarcimento e ai medici la garanzia di un iter giudiziario giusto in ogni sua fase».